Dacia Logan 1 (2005-2012): problemi, difetti, affidabilità. Se vuoi spendere il minimo, hai “fame” di spazio e sei allergico all’elettronica

La Dacia, oggi, produce delle vetture tecnologiche e ormai non distanti dagli standard Renault (la casa francese è la proprietaria della Dacia). Tuttavia, non è sempre stato così. La vettura che ha sancito il ritorno della casa romena in Europa (la prima serie della Logan) infatti, era assai spartana, tanto che le versioni “base”, nei primi anni, erano addirittura prive dei vetri elettrici e della chiusura centralizzata. Per non parlare delle finiture assai “povere”, da vera… low-cost.

In Italia, ha avuto una certa fortuna quasi esclusivamente nella variante famigliare, denominata MCV (che è arrivata nel 2007); il vano di carico era enorme, tanto che poteva ospitare anche due sedute supplementari.

Affidabilità Dacia Logan: le più vecchie sono a rischio “fioriture” di ruggine

Se la meccanica si è sempre dimostrata robusta, non si può dire altrettanto per la carrozzeria: le auto prodotte nei primi due anni (fino a prima dell’arrivo della MCV), infatti, erano soggette a “fioriture” di ruggine, che riguardavano in particolare gli scatolati di lamiera dei passaruota posteriori e la linea di scarico (non solo il terminale). Si tratta tuttavia di corrosione superficiale, e occorre specificare che le vetture “fiorite” venivano trattate con un apposita procedura per eliminare le tracce di ruggine e per prevenire la formazione in futuro.

I propulsori, condivisi dai vecchi modelli Renault, sono affidabili, seppure tutt’altro che brillanti (in particolare il 1.4 a benzina da 75 CV,). Le lamentele dei clienti si limitano a strappi e seghettamenti del 1.5 dCi turbodiesel common-rail e del 1.6 a benzina a due valvole per cilindro (con 87 CV; dal 2006 arrivò la variante a 16 valvole, accreditata di 105 CV).

L’elettronica non è così complessa come su altre vetture (anche se si considerano le rivali del tempo, come le “cugine ricche” Renault). Infatti, i “soliti” problemi al Bluetooth o al navigatore non sono pervenuti… perché questi dispositivi non si potevano avere. Tuttavia, qualche problemino c’è stato: a causa dell’interruttore del pedale del freno difettoso, gli stop potrebbero rimanere spenti e la spia che avvisa delle avarie dell’impianto frenante è “capricciosa” e non segnala eventuali anomalie. Inoltre, i “fortunati” che avevano un esemplare con la chiusura centralizzata delle portiere, hanno segnalato che in certi casi non funziona correttamente.

Più che un problema di prezzo… è un problema di chilometri

Oggi, nel 2023, una Logan si può trovare senza grosse difficoltà (rivolgendosi ai privati, soprattutto), ma non è certo un’auto diffusa. I prezzi vanno dai 1.000 euro per le vetture più sfruttate (a gasolio e con carrozzeria berlina a quattro porte) agli oltre 3.000 per la variante station wagon (la MCV) con il motore a Gpl, il più richiesto: il 1.6 da 84 CV (la berlina si poteva avere pure con il 1.4 da 72 CV). D’obbligo cercare un esemplare con il “clima”: si pagava anche sulle versione Lauréate, la più (per modo di dire…) ricca. Infine, ultima raccomandazione: molte tra le auto che si trovano in commercio ora, a distanza quindi di oltre 10 anni dalla fine della produzione, hanno fatto più e più volte… il giro del mondo (chilometraggi nell’ordine dei 200.000 non sono rari). Per cui, è di vitale importanza avere la documentazione della manutenzione eseguita (per lo meno degli interventi “grossi”, come la sostituzione della cinghia della distribuzione), se non ci si vuole trovare ad aprire il portafoglio per riparazioni importanti che farebbero svanire i vantaggi delle quotazioni molto basse.

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