AUTO USATE: PARLIAMO DI MANUTENZIONE.
/0 Commenti/in Manutenzione/da Redazione GuidaAutoUsate.itL’acquisto di un’auto di seconda mano consente un notevole risparmio rispetto a un veicolo nuovo (un’auto nuova perde dal 25 al 35% del suo valore solo nel primo anno). Tuttavia, una vettura usata potrebbe rivelarsi più onerosa dal punto di vista della manutenzione, specie se ha qualche anno (…e chilometro) sulle spalle. Se a venderla è un privato, che per legge non è obbligato a fornire alcune garanzia, consigliamo un’attenta valutazione (e l’assistenza di un esperto: alcuni dei controlli elencati vanno fatti in officina).
Anche acquistandola da un commerciante (che deve fornire una garanzia di 24 mesi, che per accordo tra le parti può scendere a non meno di 12 mesi), però, in caso di guai il rimborso non sarà pieno, ma proporzionale alla percorrenza effettiva e a quella indicata nel libretto di uso e manutenzione per le componenti più soggette a usura.
Per prima cosa, per capire se la vettura avrà una vita residua ancora lunga e, se non richiederà interventi costosi a breve, è importante ricostruire il suo passato.
Quando si acquista un’auto usata, da una concessionaria o da un privato, è importante che sia presente il libretto dei tagliandi e le rispettive fatture degli interventi, che documentano la manutenzione effettuata. Questi documenti, devono essere forniti dal proprietario precedente, e accompagnare il veicolo per tutta la sua vita. Oltre a essere importante per ricostruire la soria dell’auto, il libretto dei tagliandi è prezioso perché indica i dettagli e la frequenza delle revisioni da eseguire, nonché l’elenco e la data di ogni operazione di manutenzione effettuata in passato.
Permette, quindi, non solo di conoscere lo stato dell’auto usata al momento, ma anche di sapere quali saranno i prossimi interventi necessari, basati sul chilometraggio o sulla durata di utilizzo. È un documento essenziale per pianificare il budget necessario per le operazioni da eseguire in futuro.
Per esempio, occorre “tenere d’occhio” i termini di manutenzione per parti costose come la cinghia di distribuzione: per esempio, per una utilitaria come la Volkswagen Polo 1.0 TSI, occorre preventivare circa 300 euro.
Ciò non significa che bisogna per forza scartare esemplari bisognosi di manutenzione a breve: l’importante è che la richiesta economica tenga conto di queste spese extra.

Manutenzione: è una questione di chilometri
La frequenza delle revisioni di un’auto dipende dalla manutenzione pianificata dal costruttore, dalla categoria e dalla marca del veicolo. In ogni caso, è possibile fornire delle indicazioni di massima in merito agli intervalli di manutenzioni più frequenti.
L’auto che stai comprando ha fino a 30.000 km? Attenzione a questi interventi
Sia che vi siate rivolti a un privato, sia che vi stiate affidando a una concessionaria o a un rivenditore multimarca, Se state comprando un usato molto “fresco”, è probabile che dovrete presto sottoporre l’auto alla prima visita in officina per la manutenzione ordinaria (questo momento arriva di solito intorno ai 25/30.000 chilometri. La sostituzione dell’olio motore e del rispettivo filtro, il cambio del filtro dell’aria del motore e la sostituzione del filtro antipolline dell’abitacolo sono di siolito le operazioni da mettere in conto.
Chi vende, infatti, difficilmente avrà speso una cifra di 200-250 euro sapendo che a breve avrebbe venduto l’auto. Se sostiene invece di aver già provveduto, chiedete la documentazione e verificate che il lavoro sia stato svolto da un centro che ha operato nel rispetto delle normative per non far decadere la garanzia residua del costruttore (in fattura deve essere specificato che sono stati usati ricambi originali).
La vettura che vorresti acquistare ha circa 70.000 km? Ecco gli interventi da mettere in preventivo
Attorno ai 70.000 km, per esempio, è opportuno preventivare alcuni interventi quali la sostituzione del filtro del gasolio, delle candele (per le auto a benzina) e del liquido dei freni. Sostituirli non costa molto (un centinaio di euro) ma si tratta di un’operazione che può prevenire problemi che possono costare cari. Anche la sostituzione delle pastiglie dei freni (in media, 100 euro) è un altro intervento che, con tutta probabilità, a meno che non sia stato già effettuato da poco, è da mettere in conto.

L’automobile riporta sul contachilometri circa 100.000 km? Metti in conto queste “magagne”
Quando un’auto supera i 100.000 km, invece, la probabilità di guasti è più elevata. Per esempio, due interventi tutt’altro che rari attorno ai 130.000 km sono sostituzione della cinghia della distribuzione e relativo rullo tenditore (nonché della pompa dell‘acqua) e degli ammortizzatori anteriori e posteriori (una spesa di circa 1.300 euro va preventivata, in media).
Arrivati a percorrenze “a cinque zeri”, poi, anche i dischi dei freni sono a rischio (verificate che non ci sia uno “scalino” eccessivo: se l’auto ha i cerchi in lega, è un controllo facile: tra le razze del cerchione, si può eseguire l’ ispezione).
ACQUA E OLIO: SORVEGLIATI SPECIALI PER I PRIMI 2000 KM DALL’ACQUISTO

I livelli dell’olio motore e del liquido di raffreddamento vanno controllati con cura al momento dell’acquisto (se sono sotto il minimo, lasciate perdere l’acquisto: anche se non si evidenziano problemi, è comunque indice di scarsa attenzione alla manutenzione dell’auto). Questo controllo, tuttavia, va eseguito anche nei giorni successivi al momento in cui vi mettete al volante della vostra “nuova” vettura usata, per monitorare che il motore sia a posto. Nei primi periodi dopo l’acquisto della vettura, vanno monitorati ogni 500 km: un consumo anomalo potrebbe essere indice di problemi meccanici. Per esempio, nel caso del liquido di raffreddamento, potrebbe evidenziare perdite dal radiatore o trafilaggi dalla guarnizione della testa; e se dopo un migliaio di km percorsi già notate che manca una quantità di olio nell’ordine del 500 grammi in su, è meglio portare subito l’auto dal meccanico: gli scenari possibile sono molti; si va dall’usura delle fasce elastiche , a guasti assai più gravi.
I controlli da fare da sé
Per mantenere in buona forma l’auto, è importante sottoporla periodicamente a semplici verifiche che si possono effettuare da soli, senza bisognio di rivolgersi a un professionista, anche e non si hanno nozioni di meccanica.
Per esempio, vanno controllati regolarmente i pneumatici: l’usura (il battistrada non deve avere uno spessore inferiore a 1,5 mm) e la pressione, che va rilevata a freddo, e deve conforme all’indicazione sull’etichetta all’interno della portiera o sullo sportellino del serbatoio .
Da non dimenticare poi di verificare il funzionamento e l’efficienza dei fari, dei tergicristallo e del freno a mano, e il livello dell’olio motore, del servosterzo e del liquido di raffreddamento (senza dimenticare di “andare a caccia” di eventuali tracce di liquidi nel vano motore). In generale, poi, occorre prestare attenzione a qualsiasi rumore anomalo o stridio che potrebbe essere la spia di un problema.
Oltre alla regolare manutenzione, non va dimenticata la revisione periodica, obbligatoria ogni due anni, a partire dal quarto anno di vita dell’auto. Ne parliamo più diffusamente qui.
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