ACQUISTO DI UN’AUTO USATA: 11 CONSIGLI ANTI-FREGATURA

In Italia, nonostante il periodo di crisi che ha frenato le vendite di auto usate, i trasferimenti di proprietà (al netto delle minivolture) sono stati, nel 2022, 2.725.019: si tratta comunque di numeri importanti, di un mercato che fa segnare circa il doppio dei numeri rispetto a quello delle auto nuove. Ogni giorno, quindi, migliaia di persone sfruttano l’opportunità di acquistare un’auto risparmiando una bella somma rispetto al nuovo, e, magari, potendosi permettere un mezzo più confortevole, sicuro, e perché no, ecologico (magari a propulsione elettrica).  Spesso, tuttavia, la realtà è assai diversa da quello che raccontano gli annunci che si trovano sui siti specializzati… e a volte sono possibili spiacevoli sorprese, soprattutto se ci si rivolge a un privato. Che, lo ricordiamo, non è tenuto a fornire alcuna forma di garanzia, che viene invece rialsciata, per legge, se ci si rivolge a un commerciante (concessionaria, venditore multimarca di auto usate): la copertura obbligatoria va da 1 a due anni. Anche in questo caso, comunque, le verifiche seguenti vanno eseguite lo stesso (sebbene il rischio di “fregature” sia più basso).

Per evitare che l’euforia iniziale per aver trovato la vettura dei propri sogni possa lasciare il posto alla delusione dopo alcune settimane di utilizzo (se non prima…), ecco 11 consigli per un acquisto di un’auto seconda mano consapevole e ricco di soddisfazioni.

1. NON AVERE FRETTA

A meno di particolari esigenze, la cosa migliore è non avere fretta nella ricerca dell’auto usata, non facendosi travolgere dall’emozione di sedersi nell’auto dei desideri senza prima aver fatto serenamente tutte le valutazioni e i controlli del caso. Meglio pentirsi per un’occasione sfumata che per essere stati vittima di un raggiro di una fregatura.

Detto ciò, è anche inutile tergiversare: una volta individuato il tipo di vettura che vi interessa e fatte le verifiche che vi elenchiamo in questo articolo, non fate passare troppo tempo inutilmente, specie se l’auto è un modello assai “gettonato”.

2. DIFFIDA DAI PREZZI TROPPO BASSI

Se l’auto che avete attenzionato vi è stata proposta a un prezzo più basso della media (“rizzate le antenne” se è inferiore rispetto a quello della media degli annunci per esemplari analoghi al vostro), raffreddate gli entusiasmi. I motivi di questo “prezzaccio” potrebbero essere vari: oltre alle reali occasioni, che capitano assai raramente, ci osno in commercio auto in cattive condizioni, magari “imbellettate”, che vengono proposte a cifre più contenute, ma c’ anche il pericolo di imbattersi in veicoli di provenienza illecita. Per fortuna, il controllo per verificare se l’auto è rubata (o meglio, è oggetto di denuncia di furto), è gratuito e assai semplice. Basta inserire i numeri di targa o di telaio sul portale del Ministero dell’Interno

3. DEFINISCI UN BUDGET SOSTENIBILE

La prima regola per non “cedere” alle tentazioni del mercato dell’usato, che permette di accedere a veicoli di prestigio a prezzi molto bassi (a patto di… “andare indietro nel tempo”), è quella di definire un budget di spesa da cui non si deve allontanare.

Per fissare questa soglia, non basta considerare il prezzo del veicolo, ma anche i costi per il carburante e per l’assicurazione, e va preventivato un “fondo cassa” per le riparazioni (questo importo da accantonare deve essere più elevato se si acquista l’auto da un privato che non fornisce la garanzia sulla vettura). Ricordate che comprare un’auto più anziana fa risparmiare al momento dell’acquisto, ma, con tutta probabilità, si rivelerà più dispendiosa in futuro per le riparazioni. Senza contare che il costo delle stesse è proporzionato al prezzo di listino dell’epoca, e non al valore dell’usato.

Per cui, prima di cedere alla tentazione davanti all’auto dei propri sogni, vanno fatti una serie di calcoli… altrimenti, si rischia di partire subito con il piede sbagliato.

4. SCEGLI UN TIPO DI AUTO CHE CORRISPONDA ALLE TUE ESIGENZE

Rivolgendosi al mercato dell’usato, si aprono una serie di scenari davvero ampi: con la stessa cifra, si può comprare una utilitaria seminuova, ma anche una monovolume o una famigliare (tra queste due tipologie di auto, non è difficile trovare modelli assai svalutati, che dopo tre anni, valgono poco più di un’utilitaria).

Per cercare di non perdere la bussola in questa moltitudine di possibilità, occorre per prima cosa focalizzarsi sulle esigenze dettate da motivi familiari o lavorativi. Per esempio, un’utilitaria può essere un po’ stretta per una famiglia con bambini, mentre un grande suv 4×4 non è necessariamente la scelta migliore per chi viaggia spesso da solo e non abita in montagna. Consigliamo anche, per quanto possibile, di essere lungimiranti, per non comprare una vettura che potrebbe essere sufficiente per le esigenze del momento; per esempio, se non escludete l’arrivo di figli nei prossimi anni, tenetene conto: meglio stanziare una piccola somma in più oggi per un’auto più grande che doversi ritrovare a breve a rivendere l’auto e rimettersi a caccia dell’auto giusta. Senza poi considerare le incognite dettate dal tipo di alimentazione (ne parliamo nel punto successivo) o di trazione: se viaggiate spesso sullo sterrato o su strade innevate non ha senso puntare su una versione a trazione integrale del modello che avete “puntato”; perché non risparmiare (anche dal punto di vista dei consumi) e preferire una variante a due ruote motrici?

5. BENZINA, DIESEL GAS, ELETTRICA? SCEGLI LA GIUSTA ALIMENTAZIONE

Mai come adesso i consumatori hanno una varietà di motorizzazioni tra cui scegliere. a benzinadiesel, ibride, elettriche, a metano ed a GPL A priori, è impossibile dare un consiglio. Tuttavia, occorre prime fare delle osservazioni che possono farvi propendere per una soluzione piuttosto che per l’altra. Per esempio, se intendete acquistare un’auto a gasolio recente, nell’ottica di rivenderla a breve (perché fate molti chilometri), pensateci bene: le auto diesel negli ultimi due anni hanno perso una grossa fetta di vendite, in seguito alle restrizioni alla circolazione attuate da molte città, e risulteranno sempre più difficili da “piazzare” sul mercato. Meglio puntare su motori a benzina di ultima generazione, ovvero turbo a iniezione diretta, brillanti e poco assetati, magari a doppia alimentazione (il gas, sebbene sia un carburante che è aumentato molto negli ultimi periodi, può ancora essere conveniente a chi viaggia parecchio). E le elettriche? Beh, se siete disposti ad accettarne i limiti dettati dall’autonomia ancora ridotta, non vanno scartate, anche perché si possono trovare a buon prezzo.

6. VAI A VEDERE L’AUTO DI PERSONA

Ormai non sono più rari gli acquisti “ a distanza” di auto nuove: se la concessionaria è affidabile, non ci sonio particolari riserve su questa modalità. Ma quando ci si mette in cerca di un’auto usata, tutto cambia. E’ inutile perdere tempo a esaminare anche gli annunci di vetture lontane centinaia di chilometri da voi: prima di iniziare la trattativa o di versare la caparra è buona cosa esaminare la vettura personalmente. Il nostro consiglio è senza dubbio “obbligatorio” quando il venditore è un privato; quando invece si acquista da una concessionaria ufficiale, magari una vettura aziendale di pochi mesi e con poco più di 5000 km, si può anche soprassedere e svolgere le pratiche online, ma solo se la vettura è davvero “introvabile” e se abitate a svariate ore di auto dal luogo. Vedere dal vivo una vettura è utile perché alcune “magagne” anche estetiche, non vengono svelate dalle fotografie, anche se ben fatte, e, soprattutto, e soprattutto perché non è possibile effettuare una prova su strada. Nei paragrafi successivi vi indichiamo come procedere.

7. CONTROLLA I PUNTI CRITICI

Una volta individuata la vettura che vi interessa, è arrivato il momento di “passare all’azione” e passare all’esame approfondito. Certo, per controllare scrupolosamente una vettura di seconda mano servirebbe mezza giornata, e l’aiuto di un meccanico, ma per farvi un’idea piuttosto precisa delle condizioni del mezzo, basta una mezz’oretta e non occorrono particolari competenze da “addetti ai lavori”.

Carrozzeria e interni

Partiamo con l’ispezionare visivamente la carrozzeria, a patto che sia pulita: in caso contrario, lasciate perdere; non avreste infatti la possibilità di controllare in modo corretto lo stato della vernice (differenze di colore tra elementi della carrozzeria e allineamenti difettosi dei lamierati lasciano intendere riparazioni mal eseguite). Non dimenticare poi di assicurati che i pneumatici siano di misura omologata (verificate sul libretto di circolazione) e siano identici su ciascun asse; controllatene poi le condizioni: l’usura deve essere omogenea (in caso contrario, gli ammortizzatori scarichi sono tra i principali “indiziati”) e se il battistrada ha una profondità inferiore a 1,6 mm, dovete sostituirle per evitare sanzioni: preventivate una spesa che, per un’utilitaria (per esempio, per una Opel Corsa 1.2 da 101 CV che monta delle 195/55 R16) si aggira attorno ai 450 euro.

Passate poi alla verifica dei vetri (in particolare, occhio al parabrezza, il vetro più soggetto a danneggiamenti: se notate una crepa o un foro, e non sono di dimensioni eccessive (nell’ordine di 3 o 4 centimetri) e troppo profondi, è possibile la riparazione: i centri specializzati nella riparazione viene iniettato una pasta trasparente che di solito, si rivela efficace nel risolvere il problema (in media 80/90 euro).

Controlli “a cofano aperto”

A questo punto, aprite il cofano e verificate le condizioni: un vano “tirato a lucido” potrebbe destare sospetto: potrebbe essere s tato infatti “ripulito” da perdite i liquido e trafilaggi di lubrificante. Meglio un vano più “vissuto” che permetta di capire qualcosa in più del passato dell’auto. Verificate poi il livello dell’olio motore (se è sotto il livello del minimo, lasciate perdere: il motore potrebbe già aver subito danni in seguito a una lubrificazione insufficiente, ed è indice di trascuratezza nella cura dell’auto: conviene rivolgersi altrove). Occhio anche al serbatoio del liquido di raffreddamento: se notate tracce di emulsione di olio, drizzate le antenne: scambiatore acqua-olio guasto, o, peggio, la scarsa tenuta della guarnizione della testata. Sostituirla è un’operazione costosa (per un’auto media siamo nell’ordine dei 500 euro) soprattutto perché richiede parecchie ore di manodopera.

Abitacolo: se è trascurato, si può rimediare

Le condizioni generali dell’abitacolo daranno una prima impressione in merito alla cura che il proprietario ha avuto dell’auto, e può anche fornire indicazioni più precise. Ispezionate le condizioni della tappezzeria (macchie, strappi, bruciature di sigaretta) e sollevate i tappetini, passando la mano sulla moquette del pavimento e nel bagagliaio, per assicurarsi che non ci siano infiltrazioni d’acqua e muffe. Si tratta di danni che, se da un lato, danno all’abitacolo un aspetto davvero trascurato e che non devono per forza far desistere dall’acquisto del mezzo se tutto il resto vi convince. Per esempio, un bravo tappezziere può riparare una bruciatura di sigaretta con una spesa di circa 80 euro.

Occhio anche all’usura del volante e dei pedali, che dev’essere coerente con la percorrenza indicata per la vettura: nel caso della vettura in foto, la corona presenta lievi tracce di usura, compatibili con i 98.000 chilometri indicati dallo strumento (molto dipende dal rivestimento del volante: se è in pelle piuttosto morbida e cedevole, è facile che risenta di più dei segni del tempo e dell’usura). Per quanto riguarda i pedali, meglio diffidare da rivestimenti in gomma in perfetti condizioni; per un auto con circa 100.000 km, è normale che la zigrinatura sia consumata. Certo che se un’auto con il contachilometri a quota 30.000 notate che il rivestimento del pedale della frizione è talmente liso che affiora il metallo…. è probabile che vi stiano “fregando”.

Non dimenticate poi di testare il funzionamento del sistema multimediale (se presente), della radio, del “clima” (controllate anche che raffreddi e riscaldi correttamente, e che non esca del cattivo odore dalle bocchette), degli alzavetro e dei retrovisori elettrici, ecc…

8. FAI UNA PROVA SU STRADA

Dopo aver ispezionato la vettura da fermo, come indicato nel punto precedente, è opportuno procedere con una prova su strada della vettura. Prima di comprarla, infatti, è essenziale percorrere alcuni chilometri alla guida per verificare il funzionamento. Non tutti i venditori (sia che vi rivolgiate a un commerciante o a un privato) sono disponibili: spesso, fanno leva su problematiche a livello assicurativo (nella trattativa tra persone fisiche, subentra anche una questione legata alla sicurezza). In ogni caso, difficilmente vi verranno concessi più di 10 minuti, ma, se ben sfruttati, possono fornire parecchie indicazioni utili, tanto che il nostro consiglio è di rinunciare all’acquisto se non vi viene data questa possibilità.

Motore

Innanzitutto, l’avviamento deve essere pronto, e l’erogazione di potenza fluida: se durante un sorpasso il motore perde colpi e ha vuoti di potenza, significa che qualcosa non va. Non è da escludere che il problema sia banale (per esempio, gli iniettori sporchi e o il filtro del carburante parzialmente intasato), ma, se l’auto è a gasolio, si potrebbe trattare anche di problemi al filtro antiparticolato (di non facile soluzione… quando si possono risolvere!); per cui, se se l’auto vi interessa davvero, andrebbe approfondita la diagnosi. Ma se oltre a questi difetti notate rumori strani come quelli elencati di seguito… meglio lasciare perdere. Per esempio, se il motore “cigola”, ovvero, emette un rumore continuo simile a uno stridio, i cuscinetti della pompa dell’acqua è assai probabile che siano ormai consumati. Mentre, se avvertite un rumore di “ferraglia”, metallico, e a intervalli regolari, è probabile che la catena di distribuzione abbia causato la perdita della fase corretta (con rischi di danni gravi al propulsore).

Il ticchettio del motore potrebbe derivare da un eccessivo gioco delle valvole, ormai usurate, o delle le punterie. Se invece rilevate un rumore assimilabile a un battito dalla tonalità cupa, che aumenta all’aumentare dei giri, brutto segno: i cuscinetti della biella o i pistoni sono consumati e il propulsore va revisionato (a carissimo prezzo).

Cambio

Per quanto riguarda i veicoli con la trasmissione manuale, è importante fare alcune verifiche per capire se è tutto a posto. Se la marcia si innesta normalmente, ma si disinserisce senza alcun intervento da parte vostra, in fase di accelerazione (ovvero, la leva del cambio torna in folle da sola), oppure, scalando marcia, avvertite una “grattata”, prevedete costose revisioni alla trasmissione: un guasto al leveraggio o al sincronizzatore. In tal caso, conviene rivolgere la propria attenzione ad altri esemplari.

Frizione

Prima di mettervi in movimento, a motore acceso, premete il pedale della frizione sino a fine a corsa e rilasciatelo. Avete notato indurimenti? La risalita è lenta e non omogenea? Lo spingidisco e il cuscinetto reggispinta (meccanico o idraulico) potrebbero essere arrivati “a fine vita” e vanno sostituiti; i meccanici di solito abbinano, alla sostituzione di questi componenti, quella

del disco della frizione, dato che, molto probabilmente, è anch’esso “stanco”; in ogni caso, molti operatori lo cambiano, per non dover rismontare tutto il gruppo di lì a poco (l’operazione prevede la rimozione di molte parti meccaniche dell’auto). Insomma, il tutto può venire a costare una bella cifra: difficile cavarsela con meno di 600 euro, per un’auto media.

Altra prova da effettuare, in un’area privata, permette di verificare se il disco della frizione (composto da materiale d’attrito, soggetto a consumarsi) di un’auto con la trasmissione manuale è ancora in buono stato. A motore acceso, premete il pedale della frizione e innestate la terza marcia e rilasciate lentamente il pedale: se il motore si spegne dopo pochi istanti, oppure l’auto comincia a procedere lentamente, e con il motore a basso numero di giri, buon segno: è tutto ok. Se invece comincia a salire di giri, pur procedendo lentamente, significa che la sostituzione della frizone è caldamente consigliata.

Sterzo

Anche in questo caso, il primo test si può fare senza neppure spostare la vettura. Basta accendere il motore e girare il volante. Se l’operazione avviene in modo fluido e nel silenzio, non notate un gioco eccessivo o un’eccessiva pesantezza (che magari insorge a tratti), è tutto ok. Altrimenti, le cause possono essere molteplici: si va dal “semplice” allentamento della cinghia di comando della pompa del servosterzo per le auto con servo idraulico, alla scatola guida da sostituire: insomma, occorre approfondire con l’aiuto di un meccanico.

Ammortizzatori

Se nel percorso di prova riuscite a trovare un tratto con asfalto irregolare, concentrate la vostra attenzione sulla capacità degli ammortizzatori nell’assorbire le asperità e, soprattutto, nel non “rimbalzare” di scatto trasmettendo vibrazioni nell’abitacolo. In tal caso, preventivate che, per sostituire quattro ammortizzatori, manodopera compresa, comporta una spesa nell’ordine di almeno 500 euro per una vettura media.

Potete arrivare alle stesse conclusioni anche se il percorso del test (strano a dirsi, in Italia) non ha zone dissestate: in tal caso, premete con forza, facendo leva con la vostra massa corporea, le zone laterali del cofano motore, e rilasciate di colpo: anche questa procedura mette in evidenza, se c’è un rimbalzo eccessivo, che gli ammortizzatori sono ormai… “arrivati”.

9. SCEGLI IL PERIODO GIUSTO

Per certe auto, in particolare le spider e le cabrio, ci sono dei periodi dell’anno in cui il mercato subisce delle flessioni e delle “impennate”. Se dovete acquistare una “scoperta” la primavera e l’estate sono le stagioni peggiori: la domanda per questo tipo di vetture è più sostenuta nei mesi più caldi e i prezzi si adeguano di conseguenza. Comprando una spider o una cabriolet in inverno, si può risparmiare un buon 10-15%. Sono meno interessate a queste oscillazioni le cabrio-coupé (oggi poco diffuse), che, in virtù della loro versatilità dovuta all’ottima protezione offerta dal tetto retrattile in lamiera, mantengono più stabili le loro quotazioni.

Altro consiglio, in merito al periodo in cui acquistare un’auto usata (indipendentemente dal tipo di carrozzeria o di tipologia) da un commerciante è quello di attendere la fine dell’anno o del quadrimestre per avere maggiore potere contrattuale per chiedere uno sconto; in corrispondenza di queste scadenze temporali, gli operatori , per ottenere dei bonus  legati alla vendita e al superamento degli obbiettivi (se si tratta di grandi gruppi di concessionarie) o per chiudere il periodo con numeri più “sostanziosi”, sono più… “generosi”.

10. CONTROLLA I DOCUMENTI

Un utile controllo incrociato consiste nella verifica se i numeri di targa e telaio (li trovate, nella maggior parte delle auto, stampigliati nella parte in lamiera ai lati del vano motore o alla base del parabrezza) sono coincidenti con quelli indicati nel “libretto” (la carta di circolazione) e se la revisione ministeriale è stata eseguita (e superata) regolarmente (sui vecchi libretti cartacei, sul retro, trovate un tagliando adesivo che riporta il superamento della stessa); la prima va fatta dopo quattro anni, le successive ogni due. Verificate poi sul sito internet www.aci.it (all’interno della sezione “Servizi”, cliccate “Visure PRA”), se sono iscritte fermi amministrativi (si tratta di una  misura che blocca l’utilizzo dell’auto fino a quando il proprietario non provvede a estinguere un determinato debito, ad esempio, multe o tasse: A seguito del fermo, il veicolo non può circolare e si rischia una sanzione amministrativa fino a 7.937 euro e può essere pignorata e messa all’asta).

Questa procedura online di verifica del fermo amministrativo costa 6 euro, e può essere eseguita, oltre che in modalità online sul sito aci, presso le Delegazioni ACI e presso le agenzie di pratiche auto in possesso dell’autorizzazione provinciale (L. 264/1991); in tal caso, considerate l’eventuale commissione richiesta dall’intermediario. Per le auto dotate di documento unico di circolazione, in vigore dal 1° ottobre 2021 (ha riunito il certificato di proprietà e la carta di circolazione) questo tipo di controllo è superfluo: il documento,  dematerializzato (si può consultare online attraverso un codice di autenticazione sul portale dell’ACI oppure a cui si può accedere da smartphone tramite un QR Code) , infatti, è aggiornato in tempo reale e contiene anche le informazioni in merito a eventuali fermi amministrativi. Infine, un controllo che viene ignorato (quasi) da tutti, ma che può rivelarsi assai utile. Sinceratevi, visionando la carta di identità, che la persona che vi sta vendendo l’auto usata (ovviamente, parliamo di una vendita tra privati) ne sia anche il proprietario: i dati del documento d’identità e del certificato di proprietà (o il nuovo Documento Unico di Circolazione e di Proprietà del veicolo (DU), devono essere gli stessi; se la macchina viene venduta da una terza persona, attenzione: il proprietario effettivo deve aver rilasciato una procura; non precludetevi la possibilità di visionarla.

11. NON FIDARTI DEL CONTACHILOMETRI

Al giorno d’oggi, le vetture lasciano sempre più tracce nel corso della loro “vita”: ne tengono tracce le compagnie assicurative, le officine (specie quelle che si occupano dell’assistenza ufficiale) e il libretto di circolazione (in occasione della revisione periodica, viene annotata la data in cui è stata effettuata e anche il chilometraggio della vettura). Eppure, il rischio di comprare una macchina con il contachilometri “taroccato” è ancora alto: si stima che un’auto su 10 manifesti irregolarità sotto questo punto di vista. D’altronde, un’auto con pochi chilometri all’attivo, risulta più appetibile per l’automobilista e il venditore può realizzare un prezzo di vendita superiore.

Come tutelarsi, quindi? Innanzitutto, evitando vetture con poca strada “nelle gomme” ma senza una documentazione “plausibile” della stessa. Ovvero, le fatture dei principali interventi in officina e il libretto dei tagliandi (cartaceo o “virtuale”). Preparatevi a una attenta verifica delle “carte” con l’obiettivo di “smascherare” l’incongruenza dei dati del contachilometri.

Viene in aiuto pure il sito web www.ilportaledellautomobilista.it; consultando la sezione “verifica ultima revisione” (vi si accede dal menu “servizi online”) è possibile verificare il chilometraggio dell’auto al momento del controllo da parte del tecnico che si occupa di sottoporre la vettura alla revisione. Il servizio è gratis, e basta immettere nel sistema il numero di targa. Alcuni programmi di usato garantito delle Case prevedono la certificazione del chilometraggio degli esemplari in vendita: avendo questo dato “nero su bianco”, si può stare più sereni, perché il venditore, per fornire questa garanzia, ha fatto tutti i controlli del caso, e perché, nel caso in cui venga rilevata una difformità tra il chilometraggio effettivo e quello dichiarato, sarà più facile pretendere la restituzione di parte del prezzo pagato, a seconda di quanto è stato “ringiovanito” lo strumento.

Se avete seguito tutti i nostri 11 consigli anti-fregatura, e l’auto ha superato tutti (o la maggior parte) i controlli, è assai probabile che la vettura che avete individuato non sia un “bidone”. Tuttavia, per fugare ogni dubbio, è sempre consigliabile fare una verifica con un meccanico, mettendo l’auto sul ponte dell’officina. In questo modo, infatti, ci si può togliere ogni dubbio esaminando il sottoscocca (a caccia di tracce di ruggine o di eventuali segnali di riparazioni strutturali), la linea di scarico, la coppa dell’olio del motore (si potrebbero evidenziare trafilaggi), i semiassi e le cuffie protettive in gomma.